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Copertina La stessa rabbia, la stessa primavera
Copertina La stessa rabbia, la stessa primavera

Questo disco mantiene le promesse che annuncia nel titolo. Si tratta di un progetto, più che un album, che racchiude 29 pezzi, alcuni parlati, altri musicali, che ci riportano allo spirito che ha attraversato il noto movimento del ’68 nel mondo. Dentro ci sono testimonianze storiche originali (dal discorso di Che Guevara all’ONU nel 1964 all’annuncio radiofonico dell’invasione di Praga), brani diventati simbolo di un’epoca (dalla Canzone del Maggio di De André al Bob Dylan di The times they are a–changin’), gli elenchi raccapriccianti dei divieti dei colonnelli in Grecia, dove la follia dittatoriale si mostra in tutta la sua assurdità. Un momento e sembra di essere davanti a uno schermo che ci propone un telegiornale dell’epoca, un altro momento e ritrovi “la stessa rabbia, la stessa primavera” nei paradossi contemporanei di repressione e ingiustizia sociale. Un messaggio per il presente che arriva dalla voce del passato, espresso con dolcezza e armonia dalla soave voce di Francesca Breschi, rafforzato e ancorato alla realtà dall’interpretazione canora di Chiara Riondino, ruvida, diretta, profonda. Due voci femminili che si integrano e si fondono, ognuna con le proprie caratteristiche peculiari. Ma ciò che le accomuna è forse rintracciabile nei primi versi in una delle canzoni di Victor Jara contenute nell'album, Manifiesto: entrambe non cantano per cantare, né per avere una bella voce. Mettono a disposizione le loro gole alla forza delle idee, del sentimento popolare, della libertà. La musica è proposta nuda, scarna, ma accompagna senza indugi i sentimenti popolari che animano questo disco: le chitarre (Francesco Frank Cusumano) diventano dolci e tristi nel Viento del Pueblo di Victor Jara, mentre si fanno beffarde e incalzanti ne La tragedia della Plaza de las Tres Culturas.

Ogni lingua viene esplorata da questo progetto storico-musicale: l’inglese di Pete Seeger, il francese di Georges Moustaki, lo spagnolo di Judith Reyes. Ci sono praticamente tutti i grandi maestri della canzone d’autore italiana del tempo: Francesco Guccini con la potenza della sua Primavera di Praga, Luigi Tenco con il pacifismo assoluto della sua E se ci diranno, Giorgio Gaber con la dolcezza della rivoluzione simbolicamente rappresentata da Maria e da Un’idea.

Un’escursione temporale, nelle radici della nostra società contemporanea, che parla di violenza e di speranza, di vecchie lotte e di nuove ingiustizie. Nell’insieme si tratta di una summa di preziose perle storiche, musicali, filosofiche. Ciò che si ritrova in questo disco va oltre un semplice piacevole ascolto. Questo disco ci lascia nella mente tracce di verità e suggerimenti di cambiamento, per portare di nuovo, nella nostra aria, un vento di rabbia e rinascita.

Tag(s) : #Musica, #Chiara Riondino, #Francesca Breschi, #Frank Cusumano, #Sessantotto, #Rivoluzione, #Cantautori, #Victor Jara, #Guccini, #Gaber
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